cоlombо » Сб сен 06, 2003 5:14 pm
La storia della 40-60 aerodinamico
Tutto ebbe inizio e fine nel 1914. In quel fatidico anno, prima che la grande guerra avesse inizio, un aristocratico Milanese con il pallino della meccanica e della velocità (il futurismo dilaga), il conte Mario Ricotti, acquistò dall'Alfa un telaio 40-60 HP. Decise in tal maniera di dar vita ad una berlina monovolume super veloce la cui forma doveva ispirarsi a quella di una goccia d'acqua: affidò il progetto a Giuseppe Merosi e la realizzazione alla perizia artigiana del carrozziere Ercole Castagna. Nacque l'Alfa Aerodinamica. Un nome indubbiamente altisonante per una macchina che la gente reputava ai confini della realtà: uno scherzo dello scienziato pazzo contagiato dalle troppe letture di Jules Verne. Cosi la macchina del conte Ricotti diventò per i Meneghini il "Siluro Ricotti".
Ma, a parte l'ilarità e lo stupore generale che tale autoveicolo suscitava al suo passaggio, rappresentava in effetti la prima applicazione all'automobile del concetto funzionale di aerodinamica. Insomma, prima di questa Alfa le forme delle automobili erano delle rielaborazioni più o meno felici delle carrozze a cavallo da cui palesemente discendevano: sagome squadrate, grandi spazi per i passeggeri e pesi elevatissimi con relativi consumi di carburante.
Poi il miracolo del conte, gli studi sull'aerodinamica da allora avrebbero permesso di raggiungere velocità sempre più elevate, con cilindrate sempre più ridotte. Di quel telaio 40-60 HP dallo stabilimento Alfa di Milano uscirono solo 27 esemplari: avevano un motore a 4 cilindri in linea di 6082cc di cilindrata che erogava la potenza di 70 cavalli ad un regime di 2200 giri/min. e sviluppava una velocità massima di 120 km/h.